Con UPF abbiamo già trattato temi di Archeologia ma stavolta conosceremo l’Archeologia Industriale.
L’Unesco ha accolto Crespi d’Adda nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto in quanto “Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa”.

Fondato nel 1878 dall’imprenditore Cristoforo Benigno Crespi, una famiglia di industriali cotonieri lombardi che a fine Ottocento realizzò un moderno “Villaggio ideale del lavoro” accanto al proprio opificio tessile. Il Villaggio Crespi d’Adda è una vera e propria cittadina completa, costruita dal padrone per i suoi dipendenti e le loro famiglie.

L’asse urbano è concepito con ordine e geometria, dallo stabilimento, alle case operaie, nel dopolavoro, nelle scuole, nella chiesa, e nel cimitero, uno dei più affascinanti monumenti di inizi Novecento. Ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari. In questo piccolo mondo perfetto il padrone provvedeva come un padre a tutti i bisogni dei dipendenti: dentro e fuori la fabbrica e “dalla culla alla tomba”. Ha un’anima tutta sua, inviolata, capace di trasportare a un tempo e a un luogo lontani. Crespi d’Adda non sarebbe esistita senza l’acqua, sorge tra due fiumi, lungo la riva bergamasca del fiume Adda e Brembo ed è rimasto immutato, visto che nulla è cambiato dagli anni Trenta del secolo scorso, è un’oasi di pace da scoprire lentamente, in linea con i ritmi di una volta.